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LAGO LUCRINO

Pozzuoli

A questa località, anticamente facente parte del territorio baiano, sono legate diverse leggende, più importanti fra le quali ricorderemo quella di Ercole, che dopo aver rubato i buoi a Gerione, onde poter meglio nasconderli a Bauli, costruì, con le proprie mani una lingua di terra, che andò a dividere il mare, dalle acque del lago e che più tardi Giulio Cesare avrebbe fatto consolidare; oppure si potrebbe risalire al tempo dei lavori per la costruzione del porto Giulio, quando cioè, stando alle affermazioni di Dione Cassio, la dea Calipso cominciò a lacrimare; o ancora potremmo riproporre la sempre affascinante leggenda creata da Plinio, del delfino Simeone, il quale giunto fino al porto Giulio sulla scia di una trireme, strinse fraterna amicizia con un fanciullo del posto, portandolo in groppa per le acque del golfo. Una grave malattia stroncò improvvisamente la vita del bambino e quando il delfino Simeone non lo vide più ad attenderlo, preferì lasciarsi andare fino alla morte.

… Nelle sue molteplici trasformazioni, subite nei secoli, stando alle affermazioni del Frenkel, il lago era ritenuto l’antica Palude Stigia.

Quindi così come Virgilio lo legò al mito di Enea, così Omero, ritenuto sempre con maggiore insistenza accanito frequentatore dei Campi Flegrei, fece immortalare gli eroici personaggi di Achille, che nella Palude Stigia, acquisì l’invulnerabilità ed Ulisse, che in quello che sarebbe poi divenuto il porto Giulio, condusse le proprie navi.

… Fu trasformato dal celebre imprenditore romano Sergio Orata, in attrezzato vivaio di mitili e pesci, attività questa che gli fruttò un’autentica fortuna. Dal latino lucrum, si fa risalire il nome di Lucrino. Successivamente, fu trasformato sotto Augusto, prima in porto militare, nel quale si maturò e si “costruì” la rivincita contro Pompeo e contro Antonio e poi divenne porto commerciale.

Pozzuoli

La bellezza e la suggestività del posto veramente unico, ricco di un numero impressionante di sorgenti termali, la più caratteristica delle quali era collocata su un isolotto artificiale, fatto costruire appositamente, poco distante dalla spiaggia di Baia, in prossimità del Lucrino era indescrivibile.

Ben diversa è invece l’attuale realtà. Le dimensioni del lago, sono oggi notevolmente ridotte, dal momento che furono letteralmente sconvolte dall’eruzione del 1538, quindi, di conseguenza, l’intera località subì enormi danni.

… Delle bellezze di questa località, ci piace riportare la descrizione dello Sciarelli che così ne parla:

 “Al tempo dell’Impero, i ricchi Romani accorrevano in questi luoghi, con l’indispensabile séguito di schiavi e di eunuchi, e nelle acque del Lucrino non udivansi la notte, che canti, sinfonie e strepito tumultuoso di conviti e di orgie. La mattina, si trovava il lago cosparso delle rose e delle corone che erano servite nei banchetti. La dolcezza dell’aria, la molle sinuosità delle sponde, un mare azzurro, i colli lievemente ondeggianti e coperti di piante aromatiche e di fiori, rendevano questa contrada il soggiorno della voluttà e del riposo”.

Gianni PICONE “Da Posillipo a Cuma



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