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GROTTA DELLA DRAGONARA

… Tale grotta è lunga sessanta metri e larga sei metri, contiene altre gallerie laterali, che s’intersecano a guisa di scacchiera e sono incrostate tutte da fortissimo e bianchissimo intonaco. E’ ricoperta da una volta portante su 12 pilastri. Fino a quando era accessibile, la Dragonara offriva la visione di una fonte d’epoca romana ancora in efficienza, presso cui saraceni e pirati approdavano per far provviste d’acqua.

… Entrando si ha l’impressione che abbia notevoli analogie con la Crypta di Cocceio di Cuma. Potrebbe anche essere stata una struttura degli arsenali del porto, già in periodo greco.

Gianni RACE “Bacoli Baia Cuma Miseno: Storia e mito”

Dragonara, Miseno

Sulla spiaggia di Miseno è l’ingresso della Grotta della Dragonara, imponente cisterna scavata completamente nel tufo con copertura voltata a botte, divisa all’interno in cinque navate da quattro file di pilastri alquanto irregolari.

La struttura può considerarsi lo sviluppo in grande di altre simili nell’area flegrea. A Baia, per esempio, una cisterna scavata nel tufo retta da quattro pilastri fu realizzata nel costone tufaceo all’incrocio tra le vie Lucullo e Fusaro.

Nella volta della cisterna si aprono tre lucernari dotati di scale, che conducono al di sopra della cisterna stessa. Scavi effettuati anni addietro nella zona portarono alla scoperta dei resti mal conservati di un ninfeo e di cisterne.

La presenza sul lato ovest della Dragonara di una fonte d’acqua dolce, utilizzata forse già dai Saraceni ma certo fino ad alcuni decenni fa dagli abitanti del luogo, lascia pensare che questa e le altre cisterne fossero utilizzate per la villa marittima attribuita a Lucullo.

Nelle vicinanze, infatti, si individuano una serie di ambienti (ninfei e peschiere), attualmente semisommersi tra la spiaggia e il costone.

Che la cisterna fosse a uso privato si deduce dall’esistenza della Piscina Mirabile, certamente pubblica e di maggiore capacità, e in grado di canalizzare più funzionalmente l’acqua del Serino per erogarla direttamente alla flotta e alla colonia marittima.

Paolo CAPUTO e Maria Rosaria PUGLIESE “La via delle Terme”

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